I Ghuridi o Ghoridi (in persiano سلسله غوریان‎, silsila-ye Ghūriyān o Āl-e Shansab), ma che definivano sé stessi Shansabānī e Sūrī, furono una dinastia indigena musulmana sunnita dell'Iran orientale, quasi certamente di origine tagica, che governò alla sua acme su porzioni dell'attuale Afghanistan, del Bangladesh, dell'India, dell'attuale Pakistan, del Tagikistan e del Turkmenistan, nonché su ampie zone dell'odierno Iran.

La dinastia governò dall'VIII-IX secolo al 1215 e succedette pertanto all'Impero ghaznavide. I loro domini erano centrati nella odierna Ghowr o Mandēsh, nella zona centrale dell'Afghanistan. Si estendeva a ovest al Grande Khorasan e raggiungeva a est l'India settentrionale, come pure il Bengala. La loro prima capitale fu Fīrūzkūh a Ghor, che fu poi sostituita da Herat, mentre Ghazni e Lahore furono individuate come capitali secondarie, in special modo durante i periodi invernali.

I Ghuridi furono generosi patroni di arti e scienze.

Ai Ghuridi succedette in Persia la dinastia del Khwārazm-Shāh e nell'India settentrionale la dinastia dei Sultani Mamelucchi di Delhi.

Origini

Si è discusso molto circa l'origine della dinastia ma la linea prevalente degli studiosi è quella espressa nel lemma relativo scritto da Morgenstierne nella The Encyclopaedia of Islam2, che smentisce l'ipotesi "afghana" (giudicata "assai improbabile") a favore di quella "tagica”. Su questa ipotesi concordano anche gli studiosi Bosworth, Louis Dupree, H. Gibb, R. Ghirshman, M. Longworth Dames e altri. Bosworth più volte ha ricordato che il nome attuale della famiglia ghuride, Āl-e Shansab (persianizzato in Shansabānī), è la pronuncia araba dell'originale nome medio persiano Wishnasp, riferita a una realtà persiana sasanide.

La regione del Ghuristan era prevalentemente popolata da induisti e buddisti ancora nel XII secolo e fu islamizzata solo più tardi, quando i Ghuridi si affermarono nell'area.

Lingua

Esiste un dibattito ancora aperto circa la lingua parlata dai Ghuridi. Ciò che è certo è che essa era considerevolmente diversa dalla lingua persiana letteraria, parlata invece nella corte ghaznavide. Nondimeno, al pari dei Samanidi e dei Ghaznavidi, i Ghuridi furono generosi patroni della letteratura persiana, della sua poesia e della cultura persiana in genere, che promossero nella loro corte. Nulla conferma l'ipotesi, avanzata dal Paṭa Khazāna (Tesoro dei segreti) che i Ghuridi fossero parlanti Pashto, e nulla mostra che gli abitanti di Ghūr fossero in origine dei parlanti pashto. Studiosi contemporanei parlano di Ghuridi "persianizzati".

Storia

Storia antica

Un principe ghuride, di nome Amīr Banjī, fu il governante di Ghūr e l'antenato dei signori ghuridi in età medievale. Il suo potere fu legittimato dal Califfo abbaside Hārūn al-Rashīd.
Prima della metà del XII secolo, i Ghuridi erano stati legati ai Ghaznavidi e ai Selgiuchidi per circa 150 anni. A partire dalla seconda metà del XII secolo, Ghūr espresse la sua indipendenza dall'Impero ghaznavide. Nel 1149 il governante ghaznavide Bahrām Shāh di Ghazna avvelenò un leader locale ghuride, Quṭb al-Dīn Muḥammad, che aveva cercato rifugio nella città di Ghazni dopo un aspro scontro col fratello Sayf al-Dīn Sūrī. Per vendicarsi, Sayf al-Dīn marciò contro Ghazna e sconfisse Bahrām Shāh. Tuttavia, un anno dopo, Bahrām-Shāh tornò e colse una vittoria decisiva contro Sayf al-Dīn, che fu rapidamente catturato e crocifisso a Pul-i Yak Taq. Bahāʾ al-Dīn Sām I, un altro fratello di Sayf al-Dīn, tentò di vendicarsi della morte dei due fratelli, ma morì di morte naturale prima di poter giungere di fronte a Ghazna. ʿAlāʾ al-Dīn Ḥusayn, uno dei fratelli minori di Sayf al-Dīn, da poco incoronato re ghuride, tentò anch'egli di vendicare la morte dei due fratelli maggiori. Riuscì a sconfiggere Bahrām Shāh, e poi saccheggiò Ghazna e la mise a fuoco per sette giorni e sette notti. Per questo assunse l'epiteto di Jahānsūz, che significa "l'Incendiario del mondo". I Ghaznavidi ripresero la città con l'aiuto del selgiuchide Aḥmad Sinjar, ma la persero nuovamente per opera dei turchi Oghuz.

Nel 1152, ʿAlāʾ al-Dīn Ḥusayn rifiutò di pagare il tributo ai Grandi Selgiuchidi e si mise in marcia con un esercito da Fīrūzkūh, ma fu sbaragliato e fatto prigioniero a Nab dal Sultano selgiuchide Aḥmad Sanjar. ʿAlāʾ al-Dīn Ḥusayn rimase prigioniero per due anni, finché non fu rimesso in libertà in cambio di un pesante riscatto versato ai Selgiuchidi. Nel frattempo, un rivale di ʿAlāʾ al-Dīn, di nome Ḥusayn ibn Nāṣir al-Dīn Muḥammad al-Madīnī, s'era impadronito di Fīrūzkūh, ma fu ucciso proprio nel momento in cui ʿAlāʾ al-Dīn tornava per reclamare i suoi domini ancestrali. ʿAlāʾ al-Dīn passò il resto del periodo di regno nel tentativo di espandere i territori del suo regno; riuscì a conquistare il Garcistan, Ṭokhāristān e Bāmiyān, e infine consegnò Bāmiyān e Ṭokhāristān a Fakhr al-Dīn Masʿūd, fondatore della branca ghuride di Bāmiyān. ʿAlāʾ al-Dīn morì nel in 1161 e gli succedette suo figlio Sayf al-Dīn Muḥammad, che morì appena dopo due anni di regno, dopo essere stato ferito in battaglia.

I Ghuridi al loro zenith

Sayf al-Dīn Muḥammad ebbe come successore suo cugino Ghiyāth al-Dīn Muḥammad, figlio di Bahāʾ al-Dīn Sām I, e si dimostrò un sovrano capace. Proprio dopo l'accesso al potere di Ghiyāth al-Dīn, con l'aiuto del proprio leale fratello Muʿizz al-Dīn Muḥammad, egli eliminò un capo ghuride rivale, di nome Abū l-ʿAbbās. Ghiyāth al-Dīn poi sconfisse suo zio Fakhr al-Dīn Masʿūd che reclamava il trono ghuride e che si alleò col governatore selgiuchide di Herat e Balkh.

Nel 1173, Muʿizz al-Dīn Muḥammad riconquistò la città di Ghazna e aiutò Ghiyāth al-Dīn nel suo confronto con il Khwārezm-Shāh per la signoria del Khorasan.Muʿizz al-Dīn prese Multan e Uch nel 1175 e annetté il principato ghaznavide di Lahore nel 1186. Gli storici dell'epoca dicono che pretese di trarre la sua vendetta in ricordo del bisnonno Muhammad ibn Suri. Dopo la morte del fratello Ghiyath al-Dīn nel 1202, Muʿizz al-Dīn divenne il successore dei domini di questi e governò fino al suo assassinio nel 1206, avvenuto presso il fiume Jhelum per opera di componenti della tribù dei Khokhar (oggi Pakistan).

Declino e caduta

Ne seguì una lotta confusa tra i leader ghuridi rimasti e il Khwārezm-Shāh fu in grado di mettere le mani sull'Impero ghuride verso il 1215. Sebbene quello ghuride fosse stato un impero di breve durata, le conquiste di Muʿizz al-Dīn Muḥammad rafforzarono le fondamenta del governo islamico in India. Alla sua morte, la rilevanza di Ghazna e di Ghūr declinò a scapito del Sultanato di Delhi, nuovo centro irradiatore di cultura islamica.

Influenze culturali

I Ghuridi furono grandi patroni della cultura persiana e della sua letteratura e gettarono le basi della persianizzazione di una parte del subcontinente indiano. Trasferirono anche gli stilemi architettonici persiani in India, i cui numerosi esempi sono attestati ancora nei tempi odierni (si veda la Gallery). Tuttavia molte delle opere prodotte in campo letterario in età ghuride sono andate perdute. I Ghuridi diffusero in profondità la religione islamica nell'Hindustan, operazione che era gia cominciata con i ghaznavidi, ma solo superficialmente.

Oltre ai Ghuridi, anche i Mamelucchi di Delhi parteciparono alla creazione della lingua persiana come lingua franca dell'intera regione: uno status che si conservò fino alla caduta dell'Impero mughal nel XIX secolo.

Dinastia ghuride

  • Le linee ombreggiate in azzurro indicano il vassallaggio ghuride nei confronti dei Ghaznavidi.
  • Le linee ombreggiate in giallo indicano il vassallaggio ghuride nei confronti dei Selgiuchidi.
  • Le linee ombreggiate in verde indicano il vassallaggio ghuride nei confronti dei Khwārazm-Shāh.

Branca di Bamiyan

  • I campi ombreggiati in verde indicano il vassallaggio ghuride nei confronti della dinastia del Khwārazm-Shāh

Albero genealogico ghuride

Note

Bibliografia

  • C. Edmund Bosworth, GHURIDS, in Encyclopaedia Iranica, Online Edition, 2001. URL consultato il 5 gennaio 2014.
  • R.N. Frye, The Ghaznavids and Ghūrids, in R.N. Frye (a cura di), The Cambridge History of Iran, Volume 5: The Iranian world, Cambridge, Cambridge University Press, 1975, pp. 157-165, ISBN 0-521-20093-8.

Voci correlate

  • Mandesh
  • Ghowr

Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ghuridi

Collegamenti esterni

  • Ghuridi, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
  • (EN) Ghūrid sultanate, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • (EN) Ghuridi, in Encyclopædia Iranica, Ehsan Yarshater Center, Columbia University.
  • Columbia Encyclopedia (Sixth Edition) – Muhammad of Ghor, su infoplease.com.
  • I governanti ghuridi, su chiefacoins.com.
  • I Ghuridi, su islamset.com. URL consultato il 6 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2007).

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